"Tempi moderni" - seconda parte

I protagonisti
Questa prima sezione raccoglie i ritratti degli uomini: gli operai e i contadini, le scene di vita in strade affollate. Lo sguardo degli artisti è etereo, distaccato ma complice, i disegni raccontano momenti e istanti, narrano la naturalezza del lavoro. I protagonisti sono uomini e donne semplici, intenti in lavori manuali che raccontano una storia, sono persone umili, volti talvolta fragili ma fieri. Raramente troviamo il lavoro descritto nel pieno dell'attività, i soggetti sono più spesso rappresentati nei momenti di pausa o di attesa, momenti che risultano ancora più evocativi del sentimento di nostalgia, di fatica e di ineluttabilità che esprimono i soggetti. Sono ritratti, schizzi e disegni che colgono l'essenza stessa della persona, nelle quali l'umanità si riconosce. Il linguaggio pittorico realista, con la sua immediatezza, concentra l'attenzione al vero e, al tempo stesso, la simbologia degli autori permette all'uomo comune di elevarsi a simbolo. In questo si vede la profonda etica realista di una ricerca di un accorato linguaggio della realtà. Attraverso quindi un linguaggio semplice, il realismo cattura il senso primordiale del momento elevandolo ad esperienza universale. Gli uomini di Ampelio Tettamanti o il ritratto di Francesco Del Drago, la strada di Renato Guttuso e le incisioni di Federica Galli raccontano esperienze vive, il ritmo dei lavori si sostituisce al regolare fluire del tempo, l'osservatore è immerso in una realtà lontana dal vorticare del presente ma dove è facile riconoscersi e sentire il pulsare di vita vera. Dai ritratti ai paesaggi, le opere scelte raccontano una storia, la storia degli italiani, la storia del cambiamento. La falciatrice ad esempio racconta la vita dei campi, l'avulso silenzio e il ritmo dei tagli, Del Drago la ritrae energica e vitale, dall'acquerello si sprigiona la forza del soggetto. Gli operai di Alberto Zigaina e di Peter De Francia al contrario sono rappresentati nei momenti raccolti di solitudine, dall'attesa del primo, al momento del pranzo dell'altro: la realtà della fabbrica, lontana dalla campagna, immersi in un mondo in fugace cambiamento. Impossibile non pensare alle lotte sindacali, ai diritti dei lavoratori strenuamente combattuti e ottenuti proprio negli anni del dopo guerra italiano. Ai nostri occhi le storie narrate da queste figure sembrano in qualche modo distanti, parlano di un mondo lontano, eppure ci parlano. L'attualità delle opere realiste risale proprio nella loro capacità di essere vive, di parlare una lingua universale.

Sguardi altrove
Un altro aspetto sul quale vorremo far luce attraverso le opere selezionate è il paesaggio e come si è evoluto di pari passo ai cambiamenti sociali e politici. Non a caso infatti lo sguardo degli autori qua esaminati si è soffermato sulle campagne in trasformazione, ha immortalato angoli di città in ricostruzione e fotografato le nuove opere, simbolo di rinascita e speranza. Non è infatti possibile separare, come prima già accennato, la storie degli artisti dalla storia politica del momento. Era proprio la loro fervente voglia di partecipazione che animava la ricerca artistica, il messaggio era fondamentale, la loro indagine, al contrario delle correnti più in voga in quegli anni che si abbandonavano a concettualismi astratti e alla ricerca di nuove tecniche e forme espressive, era saldamente legata alla diretta presa di contatto con la realtà. I paesaggi industriali e non descritti in queste opere sono frutto dello sguardo di chi fa parte della società, di chi vive gli smottamenti sulla propria pelle e di chi ha trovato una soluzione nell'arte, unica forma di resistenza a loro possibile. Le opere qua selezionate raccolgono tutte queste suggestioni esprimono la solitudine e lo sguardo incerto di chi inerme vede la trasformazione della propria terra, non a caso se nella prima sezione a erano più le opere che ritraevano lavori legati alla terra, alle origini, ad una cultura primordiale, in questo caso sono invece le ciminiere a tornare ricorrenti. La fabbrica, l'industria è la protagonista indiscussa delle tele, colei che sarà causa dei mutamenti ambientali, ma soprattutto di quelli civili. Le betoniere dei Federica Galli raccontano una città in piena ricostruzione, il paesaggio con ciminiera di Luigi Guerricchio, se pur nella solarità dei colori, pone l'accento sulle nuove costruzioni che dominano la vista, così come il Paesaggio Industriale di Renzo Vespignani.

Ivan KetoffUn piccolo focus infine chiuderà il percorso della mostra. Ivan Ketoff è un mistero. Le sue notizie biografiche si perdono dopo le sue due personali presso la Galleria Colonna del 1957 e del 1958. Rimane la sua opera, la grande tela intitolata 'Lavori stradali', la perfetta sintesi di semplicità, cambiamento, alienazione, e umanità che abbiamo finora descritto.

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TEMPI MODERNO ( Introduzione )
I PARTE ( Renata Usiglio: il ritratto di una donna appassionata di arte e di vita, Il lavoro )